spezia orientale estratta dal turmerico, pianta della stessa famiglia dello zenzero. Ha funzione antiossidante, anti-infiammatoria e neuro-protrettrice (dovrebbe prevenire o rallentare le manifestazioni da degenerazione neuronale) (fonte: scheda tecnica di prodotto farmacologico), nonchè avrebbe effetto positivo sulla capacità di apprendimento e sulla memoria con > del Brain-Derived Neutrophic Factor (BDNF). Quest’ultimo > anche in occasione di una dieta con acidi grassi omega 3 e polifenoli.
Conferisce al curry, del quale fa parte insieme ad altre numerose spezie, il classico color arancio.
Ricordo la bevanda nazionale di Okinawa, l’isola dei centenari del Giappone meridionale, che è thè verde miscelato con curcuma con dosaggi che non conosco.
In studio nella terapia dell’obesità, nella endometriosi, come anti-infiammatorio (modulando i recettori per il cortisolo) ed in oncologia per azione anti-angiogenetica, almeno a livello sperimentale. Ha capacità di inibire gli enzimi che producono l’acido arachidonico, precursore degli eicosanoidi ad azione negativa sulla salute e < l’ LDL-colesterolo, dannoso.
I dosaggi ad azione terapeutica sono però alti, oltre gli introiti di una normale cucina con curcuma o curry (fonte: INRAN).
pertanto… prudenza, in attesa di dati affidabili dei Ricercatori.
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