OSS. Operatori sociosanitari. Nuovo Corso 2020.
Argomenti di Medicina, Dr. Stefano Graziani.
Modulo n. 1/nc.
1) Tipologia dei bisogni socio-sanitari. n° 4 lezioni.
a) Caratteristiche e sintomi rilevanti ed effetti delle principali patologie fisiche e neurologiche.
b) Principali tipologie di assistiti per situazioni di vita.
c) Tipologie di intervento socio-sanitario.
d) Cenni di anatomia e fisiologia.
Strana richiesta di programma con anomala scaletta didattica. La Regione Abruzzo chiede al Medico di parlare per prima cosa di sintomi, di patologie fisiche e neurologiche, di interventi socio-sanitari senza conoscere anatomia e fisiologia umana, e quindi la fisiopatologia di una Persona che diventa Paziente.
Pertanto questo modulo lo adatto in modo “fisiologico” affinchè quando parliamo, ci si capisca con le nozioni, e poi, progressivamente con la cultura appropriata e dedicata alla qualifica OSS.
Ricordando il significato dei termini che adoperiamo indicati nell’Introduzione iniziamo d) + a).
d) Anatomia, fisiologia e fisiopatologia inserendo in modo appropriato i riferimenti richiesti al punto a) Caratteristiche e sintomi rilevanti ed effetti delle principali patologie fisiche e neurologiche.
Seguiranno quindi i punti b) e c) singolarmente.
Questo mio programma didattico prevede quasi sempre l’accesso al link dedicato, clickando sul numero con parentesi relativo alla Lezione.
Il nostro incontro, la spiegazione e la formulazione di schemi di appunti saranno agevoli e condivisi a Scuola.
Mentre scrivo, dicembre 2020, faccio lezioni in FAD (o DAD) (Formazione o Didattica A Distanza), al momento necessaria, ma non è il massimo, in quanto in tempi non COVID-19 sono solito
“prendervi per mano”
per fare insieme questo percorso con uno splendido obiettivo professionale. Aspettiamo, obbedendo e con prudenza, tempi migliori.
d) Anatomia, fisiologia e fisiopatologia:
1) Via respiratoria, ematosi 1 (premessa respiratoria).
2) Cuore, vasi sanguigni, ematosi 2 (completata, vasculo-respiratoria), sangue e sistema immunitario con i suoi poteri di difesa.
3) Vasi linfatici.
4) Infiammazione, degenerazione, infezione.
5) La glicolisi aerobica (“formula della vita“, come la chiamo io). Le 5 ipossie, coagulazione e trombosi.
6) Vasculopatie: infarto, trombosi venosa ed arteriosa, embolia polmonare: venosa, grassosa, gassosa, liquido amniotico, corpi estranei; embolia arteriosa: cerebrale, renale, periferica; aneurisma carotideo, cerebrale, cardiaco, aortico, periferico.
7) Pneumologia: fisiopatologia, glossario e clinica.
8) Cardiopatie: fisiopatologia, glossario e clinica.
9) Malattia aterosclerotica: anatomia patologica, glossario e clinica.
10) Cancro: caratteristiche della cellula neoplastica; glossario e clinica.
11) Linfomi e leucemie: caratteristiche; glossario e clinica.
12) Apparato digerente: cenni di anatomia, fisiologia, patologia.
13) Epatopatie ed evoluzioni: malattie epatiche, epatosteatosi, epatomegalia steatosica,steatoepatite, cirrosi, cancro (epatocarcinoma). Ascite.
Patologia iatrogena.
14) Apparato renale. Cenni di anatomia funzionale macroscopica e microscopica.
15) Nefropatie: fisiopatologia, glossario e clinica.
16) Diabete mellito: 4 forme cliniche, caratteristiche; glossario e clinica con la sindrome metabolica: diabete mellito, ipertensione arteriosa, sovrappeso e obesità, dislipidemie.
17) Mesotelio: descrizione anatomica e funzionale dei vari siti; le patologie.
18) Emorragie: glossario.
19) Disidratazione: eziopatogenesi e clinica.
20) Origine dell’energia per la vita delle nostre cellule: ossigeno, nutrienti, sangue.
21) Alterazioni delle funzioni vitali e dei loro parametri.
22) Neurologia: Anatomia e fisiologia del SNC e periferico con cenni di clinica.
23) Neurologia: Glossario etimologico di Neurologia e di Psichiatria.
24) Ictus ischemico ed emorragico.
25) Neurologia: Le patologie neuro-degenerative: demenze vascolari, m. di Alzheimer, m. di Parkinson, SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), SM (Sclerosi Multipla).
26) L’Anziano in Ospedale.
27) Il Minore in Ospedale.
28) Autismo e Sindrome di Asperger.
29) Cenni di Pediatria.
A questo link il mio programma completo delle lezioni per Scienze Infermieristiche, includendone anche per il Corso OSS.
Il Minore in H.
Scrivo questo articolo in epoca COVID-19, dicembre 2020: come è ovvio l’ospedalizzazione si rende necessaria quando non sia possibile seguire e curare il Paziente in altri regimi, tipo ambulatoriale o in Terapia Diurna, come in ADI (Assistenza Domiciliare Integrata), Day Hospital o Day Surgery.
Il termine “Minore” in realtà prevede molte classi di età, neonato, lattante, bambino e adolescente (teenager), e pertanto si presentano da gestire importanti variabili di ragionamento, intelletto, aspirazioni, volontà e decisioni sia dal punto di vista emotivo, situazionale/familiare e di motivazione, sia da quello sociale, personale e legale. Cosa estremamente vasta che cercherò di rendere schematica e agevole.
Ecco qui cosa dice la Legge.
CODICE DEL DIRITTO DEL MINORE ALLA SALUTE E AI SERVIZI SANITARI.
L’estratto di tali informazioni hanno questa fonte dell’UNICEF (United Nations Children’s Fund), in italiano: Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia.
Il termine “codice” indica il “diritto del Minore alla salute e ai servizi sanitari” e ne sottolinea il valore normativo delle sue disposizioni.
Nel 2001 è stata adottata in Italia la prima Carta dei diritti dei bambini in H., già ispirata alle norme e ai principi della Convenzione dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989, ratificata e resa esecutiva in Italia con la Legge n. 176 del 27 maggio del 1991 con aggiornamenti successivi dovuti al progresso delle conoscenze ed alle nuove criticità socio-sanitarie e
politiche dei vari stati mondiali con i loro welfare spesso inesistenti o scadenti ovvero descritti e non applicati.
I Minori che accedono in Ospedale devono essere accompagnati da almeno uno dei genitori o dal tutore che ne esercita la responsabilità genitoriale per il rilascio del “consenso informato“, momento di informazione/condivisione del programma di cura proposto dal Medico con il Paziente e la sua Famiglia: tutti hanno diritto di dimostrare la propria volontà e consapevolezza, se il Minore è in età e condizioni psico-fisiche idonee.
Chi si prende cura del Minore non deve sostenere costi aggiuntivi o subire perdita di salari.
E aggiungo secondo il Codice:
“il minore ha diritto di avere accanto a sé in ogni momento una figura adulta di riferimento (un genitore o chi ne fa le veci o altra persona da questi delegata), adeguata al compito e a lui gradita, senza alcuna limitazione di tempo e di orari”.
Nell’ambito di questo codice, all’ARTICOLO 4 si legge:
“Principio di non discriminazione-Identità personale”.
Nel godimento di tutti i diritti previsti da tale Codice, il Minore deve essere tutelato contro ogni forma di discriminazione fondata sulla razza (origine etnica), sulla situazione socio-economica, sul colore della pelle, sul genere ed orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica, su eventuale disabilità, nascita o su ogni altra condizione propria o dei suoi genitori o rappresentanti legali.
ARTICOLO 10. Malattie croniche e Disabilità. I minori con malattie croniche e disabilità hanno diritto che venga loro garantito il migliore stato di salute possibile, tramite il completo accesso alle cure, ai servizi di riabilitazione, all’educazione, formazione e istruzione.
I minori ricoverati in strutture di riabilitazione hanno diritto di essere protetti da ogni forma di maltrattamento e abuso.
Devono essere disponibili percorsi di presa in carico globale del Minore e della sua Famiglia, che prevedano, oltre a interventi attivi di formazione e informazione, adeguati supporti economici e sociali.
ARTICOLO 17. Privacy (riservatezza). Il minore, a qualunque età, ha
diritto alla privacy (riservatezza). Tutti gli operatori che si prendono cura di lui sono tenuti a mantenere il segreto professionale su tutto ciò che lo riguarda prima (anamnesi), durante e dopo il ricovero.
Questi gli articoli del Codice di appropriatezza, per il nostro incontro. Gli altri, sempre fondamentali, non li ritengo specifici per il nostro compito.
Spesso preziose accanto al Paziente e al Tutor, le figure di uno Psicologo e di un Sociologo e per ricoveri prolungati, quelle di Maestri ed Insegnanti di Scuola Media inferiore e superiore.
Modernamente, per soddisfare le “cure su misura”, la clinical governance (l’organizzazione e l’attuazione delle attività di una struttura sanitaria da parte di tutti i soggetti responsabili e coinvolti a vario titolo nelle scelte strategiche e di gestione e quindi nell’erogazione dei servizi per la salute) deve rispettare due criteri:
1) creare U.U.O.O. (Unità Operative) ad elevata intensità di Cure e di Assistenza che richiedono un’adeguata gestione delle risorse umane (Professionisti di ogni qualifica) e delle tecnologie dedicata ai Pazienti Pediatrici fragili (vulnerabili) e critici (per le loro risposte biologiche ed immunitarie).
Negli altri casi, bisogna organizzarsi con
2) organizzare U.U.O.O. pediatriche dedicate a fasce d’età omogenee, dove necessita l’esigenza di rendere disponibili spazi e fasce orarie per degenza e riposo con adeguato mobilio e confort logistico, per il gioco, la condivisione con gli altri ricoverati, per la lettura e lo studio, senza dimenticare le problematiche particolari di degenti stranieri, per i quali necessita l’assistenza di interpreti fin dal P.S..
Ho appena letto un articolo su “Corriere Salute”, inserto del Corriere della Sera del 21 ottobre 2021, pag. 4, che nel 2019 il 25,19% dei minori è stato ricoverato in UU.OO per adulti, soprattutto in necessità di interventi chirurgici. Le Specialità chirurgiche che hanno anche reparti pediatrici sono, nell’ordine, Ortopedia, nel 22,8% per piede, rimozione mezzi di sintesi arti inf., ginocchio e complessi muscolo-scheletrici, quindi l’ORL, nel 16,2% per tonsille e adenoidi, al terzo posto Chirurgia Generale nell’11,4% per testicolo, appendice, emorroidi e fistole perianali, cisti pilonidali.
TROPPI PICCOLI RICOVERATI ANCORA in REPARTI “da GRANDI”, dice il Prof. Mario Lima, Presidente della Società Italiana di Chirurgia Pediatrica.
NON SI GUARISCE SOLO CON I FARMACI, anche il contesto ha un impatto positivo sulla prognosi…
aggiunge il Prof. Salvatore Maria Corsello, Docente di Endocrinologia nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e continua:
….diminuisce lo stress e favorisce l’accettazione psicologica del percorso di cura, minimizzando gli effetti collaterali…”.
Il Pediatra Rinaldo Zanini per quanto concerne le Unità Intensive Pediatriche:
… si ipotizza che il 50% degli under 18 finisca nelle UU. Intensive per adulti e ciò può condizionare la prognosi.
Ed ora veniamo al ruolo dell’OSS in queste strutture particolari.
E’ ovvio che si abbia bisogno di una formazione complementare (integrativa post-base) (vedi avanti) dove per la grande variabilità di tipologie di Pazienti, l’OSS deve affrontare e maturare una cultura specifica fondata sul tutoring di personale esperto accanto a dedizione, prudenza, diligenza e spiccata sensibilità personale: sono tutti ruoli essenziali che ruotano intorno alla complessità multifattoriale del Paziente Pediatrico.
L’OSS e il Minore-Paziente.
L’OSS può assistere tale Paziente in Ospedale, in Clinica, in Assistenza Domiciliare, o presso un Servizio Sociale.
In pratica il suo lavoro è sovrapponibile a quello di un Adulto, ma con predisposizione, linguaggio/comunicazione e sensibilità dedicate. Quindi parliamo di igiene esterna e intima, cura personale nella dignità corporea (capelli, denti, unghie), di abbigliamento per esterno, casa o letto, di corretta assunzione della terapia prescritta, dell’apporto nutrizionale con eventuali diete speciali, di giochi vari e di letture gradite; ed ancora di
eventuali commissioni esterne come l’accompagnamento a scuola o alle attività sportive, alla FKT (FisioKinesiTerapia) e ad altro eventuale.
Accanto a tutto ciò l’OSS, per quanto di sua competenza, e di nuovo parlo di sensibilità, deve gestire le ansie, i timori e le frequenti incertezze del Paziente e del suo nucleo familiare, talora accanto ad un Assistente Sociale o Psicologo, ricordando che la “speranza” deve essere sempre al primo posto, elemento fondamentale che è quasi sempre capace di diluire il dolore, l’apprensione che diventa ansia (stato di penosa attesa di un futuro non definito, ma probabilmente dannoso) e lo stato emotivo spesso negativo del Paziente, dei suoi genitori e dei parenti. Se richiesto e appropriato, parlare e promuovere pensieri ed azioni a carattere religioso, oggi così frequenti nella nostra Società multietnica e multiculturale.
Anche qui, come detto prima nel P.S. e nelle U.U.O.O. Pediatriche, si dovrebbe garantire la presenza di un Interprete (mediatore linguistico).
Nel Modulo n. 2/nc. affronteremo insieme il compito di capire come:
Assistere la persona nel mantenimento delle capacità psico-fisiche: ANZIANI e MINORI.
E’ chiaro come sia importante avere confidenza con quanto condiviso in queste lezioni, base per riflettere, conoscere e quindi agire con le competenze professionali e comportamentali.
b) Principali tipologie di assistiti per situazioni di vita.
Le appropriate considerazioni al riguardo con i fattori che influenzano il problema sono:
il progressivo aumento, in valore assoluto ed in percentuale della popolazione anziana, cioè > i 65 aa., della spettanza e dell’età media di vita,
dell’aumento dell’incidenza, per numero e gravità, dei problemi sanitari sul grado di dipendenza della popolazione anziana;
della nascita di nuovi tipi di bisogni legati a patologie degenerative ed invalidanti come arteriosclerosi, artrite/artrosi, demenze, problemi cognitivi e psichiatrici, sindrome metabolica (diabete mellito, ipertensione arteriosa, sovrappeso/obesità, dislipidemia), malattie allergiche, ecc..
La sempre maggiore complessità delle patologie che interessano gli Assistiti nelle comunità diurne-residenziali, sposta l’asse dei processi di assistenza sempre più verso elementi sanitari di livello grave.
Quanto qui detto è splendidamente descritto nel recente Report del Prof. Walter Ricciardi, di Napoli, classe 1959, dice (fonte del 15 febbr. 2019):
“… è una marea montante quella delle cronicità. Solo lo scorso anno le malattie croniche hanno interessato quasi il 40% della popolazione del Belpaese, cioè 24 milioni di italiani e di questi, 12,5 milioni sono afflitti da multi-cronicità. Tra 10 anni in Italia ci saranno oltre 25 milioni di malati cronici e per assisterli serviranno 75 miliardi di euro/anno”.
Ne sono affette più le donne rispetto agli uomini che però vivono di meno.
Speranza di vita media della donna: 84,4 aa.,
con speranza di vita in salute a 74 aa.;
speranza di vita media dell’uomo: 79,7 con
speranza di vita in salute a 72 aa. (fonte: stime OMS, 2021).
Si confermano le diseguaglianze di genere, territoriali, culturali e socio economiche. Ed ancora:
“Servono un nuovo approccio sistemico per l’assistenza ai malati cronici e un cambio di passo delle politiche di prevenzione”.
In rapporto agli obiettivi sono state individuate quattro principali tipologie di utenti non autosufficienti, che qualificano diverse tipologie prestazionali e prima di elencarle desidero definirne il concetto: sono persone con disabilità fisica, psichica, sensoriale o relazionale accertata attraverso l’adozione di criteri uniformi su tutto il territorio nazionale.
Ed ecco quindi i pazienti:
1) Anziani non autosufficienti o in condizione di fragilità variabile di età superiore ai 65 aa. per pluripatologie invalidanti e pazienti in dimissione protetta, cioè la dimissione da un reparto di degenza di un Paziente con problemi sanitari o sociosanitari per il quale è necessario garantire la continuità assistenziale tramite una serie di interventi terapeutici ed assistenziali definita PAI, Progetto Assistenziale Individuale, cioè personalizzato che stabilisce le prestazioni di cura, di riabilitazione, di assistenza personale e di aiuto nel governo della casa e, se necessarie, le misure di sostegno al reddito personale con l’assegno di accompagnamento preceduto dal certificato di invalidità al 100%.
Dall’elenco delle decine di malattie sociali, ricordo soltanto l’artrosi diffusa e la malattia aterosclerotica, (a Scuola mi ricorderò di raccontarvi un aneddoto splendido della Sig.ra Gilda di San Vito Chietino, 93 aa.). Malattie sociali perché sono affezioni che per l’alto numero di individui interessati risultano altamente diffuse e frequenti in quasi tutti gli strati della popolazione arrecando un importante rilievo di morbosità (rapporto percentuale tra il n° dei casi di una malattia e la popolazione, è cioè la frequenza di una malattia in una popolazione), inabilità (incapacità a compiere un determinato lavoro o uno qualsiasi) temporanea o permanente, letalità (capacità di provocare la morte) e mortalità con necessità di cura prolungate ed un pesante onere economico sia per il Paziente stesso che per la Società.
2) Persone disabili giovani e adulte, anche della sfera cognitiva, prodotta sia da patologie invalidanti e/o da esiti di trauma, per supportare e sviluppare abilità utili a creare consapevolezza, autodeterminazione, autostima, quindi maggiori autonomie da utilizzare anche per il proprio inserimento professionale e lavorativo. Sono Pazienti a forte rischio di esclusione sociale di età compresa tra i 18 e i 64 aa. con invalidità pari o superiore al 46%. A questo gruppo associo pazienti con patologie temporaneamente invalidanti, secondarie a…
3) Persone con patologie psichiatriche e con dipendenze patologiche (criterio di inclusione per droghe, alcol, fumo e gioco d’azzardo presso il SER.D. o SERT, Servizio Dipendenze Patologiche o Tossicodipendenze di gestione ASL. Anche qui è prevista la presenza dell’OSS quale collaboratore e supporto all’I.P. durante le varie attività ambulatoriali ed in quelle domiciliari.
4) Persone con patologie terminali quali: Oncologia: molti Hospice in Italia accettano soltanto Pazienti oncologici per problemi di posti-letto. Ma tra le patologie terminali si inseriscono anche: lo scompenso cardiaco cronico refrattario (cioè che non risponde alle terapie idonee), le malattie cerebrovascolari e
neurodegenerative, l’insufficienza respiratoria cronica in ossigenoterapia continua (h/24), la tubercolosi resistente ai farmaci, l’AIDS, le insufficienze croniche epatica e renale.
Nell’Hospice, struttura di ricovero e di assistenza per questi malati, utilizzata insieme ai servizi ospedalieri in programmi di cure palliative, vige l’affermazione (fonte):
“quando non c’è più niente da fare,
c’è ancora molto da fare”.
c) Tipologie di intervento socio-sanitario.
Ricordo subito, perchè ci tengo moltissimo, quanto detto nell’Introduzione alle nostre lezioni nell’ambito della patologia iatrogena:
l’accurata formazione dell’OSS può essere preziosa anche nei campi della malnutrizione, della disidratazione, delle piaghe da decubito nonché nella profilassi delle cadute per lo più domestiche, suggerendo ed attivando premure adeguate nella loro prevenzione, data la drammatica frequenza di eventi avversi nella pratica quotidiana. Il 75% circa delle
piaghe da decubito che vedo in ADI sono successive ad un ricovero ospedaliero più o meno prolungato!
Meglio prevenire che curare…
e ve lo dirò altre 100 volte!
Detto questo, sperando che il messaggio entri bene nella mente e del cuore degli Allievi OSS, questo argomento da affrontare vorrei associarlo idealmente al concetto di Mansionario, non ancora definito, o meglio al Profilo di Competenze dell’OSS, ovviamente con una visione prevalentemente medica e con l’invito ad integrazioni e modifiche da parte delle altre varie figure professionali competenti.
Un’altra cosa: è ovvio che le competenze OSS siano diversificate in funzione della sede del proprio lavoro come può essere
l’Ospedale con le sue diverse Unità Operative (U.O.), l’Ospedale di Comunità, la Clinica, i Servizi Sociali come le RSA (Residenze sanitarie assistenziali o Case Protette), RA (Residenze sociali Assistite), Case di Riposo, Case Famiglia, Case Albergo, Comunità Alloggio, Centri Diurni, in Assistenza Domiciliare, Ospedalizzazione Domiciliare, Poliambulatori.
Quindi, riprendiamo l’obiettivo: Tipologie di intervento socio-sanitario.
Le funzioni nelle aree di competenze dell’OSS sono:
Assistenza diretta ed aiuto domestico-alberghiero.
Assistenza diretta ed aiuto domestico- sociale.
Intervento igienico.
Intervento sanitario.
Supporto formativo e gestionale.
L’OSS nell’assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero.
Primo incontro:
l’OSS si presenta innanzitutto in modo educato, ordinato e preciso, con adeguato vestiario, se previsto.
Adotta espressioni verbali e tipologie di comunicazione versatili, dedicate al momento, alla logistica e alla cultura del Paziente assistito con il suo eventuale nucleo familiare.
Quindi:
cura la pulizia e l’igiene dell’ambiente nel quale vive il Paziente, in specie camera, cucina e bagno.
Valuta la sicurezza dell’ambiente, con attenzione a mobilio, gradini, infissi e tappeti potenzialmente pericolosi, prese di corrente elettrica, aerazione, insolazione, umidità, presenza di muffa!
Assiste alla persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale.
L’OSS nell’assistenza diretta ed aiuto domestico di carattere sociale.
Aiuta la gestione dell’utente nel suo ambiente di vita.
Valuta l‘appropriatezza del comportamento del caregiver con particolare riguardo all’abbigliamento, alla somministrazione della terapia programmata, al controllo di alvo e diuresi e dell’apporto idrico e nutrizionale.
Collabora ad attività finalizzate al mantenimento delle capacità psico-fisiche residue, alla rieducazione e riattivazione per un eventuale recupero funzionale.
Realizza attività di animazione e socializzazione per singoli o gruppi di pazienti.
Si rapporta idoneamente con il Paziente, la sua Famiglia ed il suo caregiver per promuovere semplici percorsi ed obiettivi favorendo l’autostima se possibile, finalizzata alla consapevolezza del proprio ruolo, e quindi al mantenimento ed al recupero della identità personale.
Propone, stimola e collabora sia a livello domiciliare soprattutto, ma anche in Comunità, alla realizzazione di semplici attività ludiche, lettura, scrittura, disegno/pittura, movimentazione tipo camminare e ballare, cantare, recitare, suonare uno strumento, ordinare le foto di famiglia ecc.
Verifica con intelligenza e discrezione una dignitosa disponibilità economica.
Coadiuva il personale sanitario e sociale nell’assistenza al malato anche
terminale e morente.
Esegue commissioni all’esterno come servizi alle Poste, al Medico curante, in Farmacia, al Cimitero…;
esegue la spesa ed altre cose necessarie.
Qui fondamentale assicurarsi che
il Paziente, se solo, sia messo in sicurezza durante la nostra assenza, ovvero affidato a persona idonea.
Partecipa ad eventuali espressioni di necessità religiose dell’Assistito (Preghiera, Rosario, Comunione, Messa in TV o radio, incontri con personale religioso, Sacerdoti o Suore…).
L’OSS e l’Intervento igienico.
Osserva costantemente i principi dell’Igiene per ovviare ai rischi di contaminazione di oggetti e persone ed impiega in modo oculato i guanti monouso.
Controlla l’appropriatezza dello smaltimento delle varie tipologie di rifiuti.
L’OSS e l’Intervento sanitario.
Conosce e applica principi e manovre del GAS (Guardare Ascoltare Sentire), della respirazione artificiale e del massaggio cardiaco esterno e del defibrillatore.
Riporta per iscritto questi dati: peso in Kg., altezza in m., BMI (Kg di p.c. / altezza in m. al quadrato).
Collabora o esegue attività semplici di supporto diagnostico come la rilevazione dei bisogni, delle condizioni di rischio/danno dell’utente, i parametri vitali, anche l’HGT (HemoGlucoTest).
Gestisce igiene e posizionamento delle protesi: oculare, acustica, dentale e di arto inferiore.
Collabora o esegue attività semplici di supporto terapeutico come l’attuazione degli interventi assistenziali programmati dall’I.P. e/o dal PAI.
Conosce, valuta e partecipa per quanto di sua competenza, agli interventi più appropriati di prevenzione, ricordando quanto detto all’inizio su nutrizione, deglutizione, idratazione, cadute in casa e LDD (Lesioni Da Decubito).
Prepara i pasti concordati o le diete prescritte e partecipa o gestisce la loro somministrazione con la massima attenzione ai primi segni di disfagia e di disfagia con tosse (splendida tesina per l’esame del Diploma!) per rischio evidente di polmonite ab ingestis inalatis, cibi ingeriti nell’albero respiratorio, drammatica causa di ipossia ipossica spesso mortale. Ricordiamo pertanto le manovre di Heimlich!
Con formazione complementare (integrativa post-base) nella figura dell’OSSS (la terza “S” sta per specializzato) e conformemente alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica o sotto la sua supervisione, previa caratterizzazione delle modalità prudenti di esecuzione dell’esplorazione digitale del retto,
diagnostica fecalomi e ampolla rettale vuota,
esegue clisteri evacuativi o mini-clismi terapeutici e lo svuotamento digitale del retto da scibale (feci caprine);
controlla le fleboclisi;
esegue semplici medicazioni e bendaggi soffici di contenzione;
garantisce la presenza e disponibilità di tutto il necessario per l’ossigenoterapia e la broncoaspirazione;
somministra per via naturale (per os) la terapia prescritta, la terapia intramuscolare (i.m.) e quella sottocutanea (s.c.).
Qui attenzione, e lo ricordo per numerose negative esperienze osservate, al decorso dei vasi epigastrici, soprattutto nel
soggetto magro: evitare punture s.c. oggi così frequenti per lo più di eparina frazionata, lungo il segmento che va dal punto medio della linea che collega il tubercolo del pube alla spina iliaca anterior-superiore all’ombelico, per rischio di emorragie arteriose o venose, talora noiose o addirittura severe, per la loro puntura accidentale, decorrendo tali vasi superficialmente, sopra il piano muscolo-aponeurotico.
L’OSS ed il suo supporto formativo e gestionale.
Attua Piani di Lavoro e utilizza metodologie di lavoro comuni, come le scale di valutazione, le linee guida, procedure, protocolli ed istruzioni operative;
collabora alla appropriatezza delle verifiche della qualità del servizio, cioè degli interventi;
concorre alla definizione dei propri bisogni di formazione e frequenta corsi di aggiornamento, anche ECM.
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