La modalità di “ricovero programmato” in vigore è ispirata all’idea del «RICOVERO APERTO»
(D.H. o ricovero diurno) realizzata, fin dal 1974, dalla Direzione medica dell’Ospedale di Lanciano.
“Le prestazioni strettamente e direttamente correlate al ricovero programmato, preventivamente erogate al Paziente dalla medesima struttura che esegue il ricovero stesso, o erogate entro un mese dalla dimissione, sono remunerate dalla tariffa onnicomprensiva relativa al ricovero e non sono soggette alla partecipazione alla spesa da parte del cittadino. I relativi referti devono essere allegati alla cartella clinica che costituisce il diario del ricovero”.
Questa norma è stabilita dalle “Misure di razionalizzazione della finanza pubblica in sanità”,
art. 1. comma 18 Legge 23 dicembre 1996, n. 662, Gazzetta Ufficiale n. 303 del 28 dicembre 1996.
Tale procedura positivamente sperimentata ed adottata fin da allora, ha avuto plurimi riconoscimenti dalla letteratura medica, e ha posto subito l’Ospedale di Lanciano in linea con le “Carte per i Diritti del Malato”.
Fin dal 1974 nell’Ospedale di Lanciano si evitarono sovraffollamenti delle corsie, che non pochi disagi creavano ai degenti. Solo ben 22 anni dopo è sopraggiunta la norma nazionale!
In prima pagina, gli «Annali Ravasini» del 15 giugno 1976, all’epoca diffuso “quindicinale di Medicina”, riportò in bella evidenza la esperienza del “RICOVERO APERTO” nell’Ospedale di Lanciano in un articolo di un’importante firma della cultura medica del “Ministero della Sanità”, il Prof. Carlo Vetere, ponendo fin dal titolo l’interrogativo
«Ricovero chiuso o ricovero aperto”?
Infatti, prima del 1996 il “ricovero programmato” era un «Ricovero chiuso», con relativi riflessi medico-legali e giuridici.
Per iniziare gli esami finalizzati alla diagnosi e cura di quel determinato caso di ricovero, era richiesta la continuità della presenza del Paziente in Ospedale dall’ingresso alla chiusura del ricovero, con la diagnosi. Con la norma nazionale del 1996 venivano formalmente introdotti gli esami in “pre-ricovero” e in “post ricovero” entro un mese dalla dimissione, riducendo i tempi inutili di permanenza in Ospedale spesso determinati dalla congestione dei Servizi di Diagnosi per attività per ricoverati e pazienti esterni.
Dopo una panoramica della letteratura internazionale in tema, il Prof. Vetere, nel 1976 così si esprime:
“… anche in Italia non mancano iniziative interessanti e meritevoli della massima attenzione, in quanto prese in un contesto piuttosto restio nei confronti delle novità (che non siano solamente enunciazioni teoriche più o meno velleitarie). Citiamo, fra le altre, quelle dell’Ospedale di Lanciano, nel
quale, per iniziativa del Direttore Santiario. si è introdotto il sistema del “ricovero aperto…”
Da riferire che il Day Hospital era già attivo negli USA da qualche anno.
Il modello originario ideato dalla Direzione medica dell’Ospedale di Lanciano aveva anche modularità, cioè la possibilità di personalizzazione del tempo di permanenza in ricovero al caso clinico, sociale e di distanza dal domicilio. Il Prof. Vetere sottolineava che
“il sistema del «Ricovero aperto» e la modularità consentono al Paziente di ridurre il distacco dalla famiglia e dalla comunità lavorativa e di affari, così negativo ai fini del processo di guarigione”.
“Il sistema del «Ricovero aperto»” prevedeva anche il “Day Hospital” e il “Day Surgery“.
Fu attivata una partecipazione attiva dei Medici ospedalieri, delle Capo sala e degli Infermieri analizzando il loro ruolo nella corretta e migliore utilizzazione dell’Ospedale e nella continua valutazione critica del proprio operato, degli stessi Pazienti, dei loro Familiari e dei Medici di famiglia opportunamente e partecipativamente informati.
Un’ulteriore testimonianza specifica di “Letteratura di Medicina organizzativa” pratica in tema di
«Ricovero aperto», fu il libro del 1990
«La Cartella clinica, Aspetti medico legali e Responsabilità Professionali»
dei due medici della Direzione sanitaria dell’Ospedale di Lanciano, Prof. Luciano Palmieri, all’epoca Direttore medico, attualmente D.S. della Clinica “G. Spatocco” di Chieti, e Dott.ssa Anna Marzia Mucci, ora Direttore medico dell’Ospedale di Lanciano, che riportava il capitolo “Day Hospital e Ricovero aperto modulabile”.
Il libro sulla cartella clinica fu il primo in Italia ad affrontare anche gli aspetti medico-legali dell’informatizzazione della cartella clinica, tant’è che fu libro di testo della Scuola di Specializzazione di “Informatica medica” di Milano dell’epoca.
La presente a ricordo della esperienza sperimentale di “«RICOVERO APERTO» programmato” dell’Ospedale di Lanciano, che ha aperto la via alla norma nazionale, importante svolta di «medicina organizzativa» e di civiltà.
Lanciano, 2 maggio 2015
La legge 595 del 23 ottobre 1985 si può considerare quale documento della nascita nazionale del Day Hospital, cioé delle “attività di ospedalizzazione a ciclo diurno”; questo nel rispetto della riprogrammazione del Piano Sanitario Nazionale biennio 1986-1988, con evidente riferimento al D.H., inteso quale conseguenza delle misure di riorganizzazione e di ridimensionamento dei Reparti, destinando così all’assistenza a ciclo diurno gli ambienti ed i posti-letto in esubero (nota di S.G.).
14 commenti