nel nostro organismo le fibre muscolari sono di 3 tipi:
fibre muscolari bianche, di II° tipo, con 2 sottotipi a fisiologia simile, a conduzione-contrazione rapida e potenza esplosiva, sviluppano velocemente massa e forza essendo deputate all’attività anaerobica e si attivano durante sforzi > 25% della forza massimale personale; sono di facile stancabilità, richiedono 3-5 minuti di recupero ma sono molto ricche di enzimi ossidativi per l’energia intensa da produrre. Hanno una dimensione doppia in rapporto alle rosse ed un enorme potenziale per diventare più grandi (ipertrofia) con l’esercizio fisico.
Sono più sensibili delle fibre rosse al “tempo che passa”, alla senescenza, andando incontro ad atrofia nel fenomeno detto sarcopenia.
Esempi di muscoli prevalentemente “bianchi”: dorsali, retti femorali, gastrocnemi, glutei, tricipiti, retti addominali, brachiali;
fibre muscolari rosse: di tipo I°, a conduzione-contrazione lenta, responsabili dell’attività aerobica, ossidative, sono resistenti all’affaticamento e ricche di enzimi ossidativi che permettono attività lente, continue e prolungate; la loro crescita è difficoltosa e aumentano di poco la forza; per le attività di resistenza, classicamente ben rappresentate nel maratoneta, si attivano per prime, e quanto più ci si avvicina al limite della forza più sono coinvolte quelle di tipo veloce.
Esempi di muscoli prevalentemente “rossi”: deltoidi, pettorali,

bicipiti, muscoli della scapola, trapezio, vasti del quadricipite, soleo. (fonte: A. Nicolai et Coll., Sport: fisiologia, metabolismo, nutrizione. 2008, S.O.D. di Dietetica e Nutrizione Clinica, AOU Ospedali Riuniti, Ancona, pagg.12-13).
Numero di fibre, percentuale tra le due e la forma muscolare a sviluppo ultimato sono definiti geneticamente.
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