La sua robusta e vissuta mano, ma gentile e sapiente, stringe la mia cordialmente in un mattino freddo di un inverno già al suo giro di boa e quella di Pietro Verratti, Amico storico.
Gli occhi del Maestro Michele D’Armenio, fessure d’acciaio su sfondo azzurro, esprimono interesse e contentezza, ricambiati.
Cortesemente, come è nel suo stile, come un Virgilio con il suo novello Dante, ci invita ad osservare le sue oltre 40 tele di un ciclo particolare dedicato alle fiabe, al folclore, alle leggende, ai miti ed alle saghe relative, dal titolo
“VIAGGIO VERSO il MONDO delle FIABE, delle LEGGENDE e dei MITI”
nella casa-studio sulle colline dominate dalla Majella della sua Sant’Eusanio del Sangro, Chieti.
Anche oggi, come nelle precedenti visite, la sensazione che si percepisce è quella di essere accompagnati non solo davanti alle opere, ma dentro di esse, divenendone parte integrante e speculativa.
E così eccoci a passeggiare in percorsi fantastici, su terreni, camminamenti e ponti improbabili e
misteriosi, con mari e terre stupende che si alternano, prati da Eldorado, rocce graffianti e sinuosi colli, laghetti serenizzanti e cascate inquietanti, castelli, palazzi e manieri, case e caverne, astri luminescenti o bui, funghi enormi, simboli e formule magiche, il tutto in un’atmosfera onirica, coloratissima e ricca di stimoli, déja-vu, flashback, associazione d’idee.
Ed è questo che vuol far vivere l’Artista nel suo fantasmagorico tessuto espressivo: la magia dell’espressione pittorica.
Ma accanto alle “cose della Natura” ecco gli elementi figurativi dei quadri: accanto a raffigurazioni varie di se stesso, talora ironiche o severe, si osservano elementi del quotidiano comune o della personale storia passata, con peculiare partecipazione di familiari ed amici; troviamo personaggi delle favole, della mitologia, delle tradizioni popolari locale, italiana ed europea, con una strizzata d’occhio corposa al Nord Europa, al Mediterraneo, Grecia in particolare ed alla Turchia: umani classicheggianti di molte epoche, nobili e plebei, eletti e derelitti, eroi e pavidi, ninfe e fate, streghe e walchirie, maghi e orchi, elfi e folletti, gnomi, nani e troll (lugubri umanoidi della mitologia scandinava, irsuti dal grande naso, dispettosi, ma spesso maligni).
Acquistano un ruolo simbolico associato importante anche gli animali: di fantasia come mostri, draghi, unicorni, chimere ma anche reali, quali farfalle, uccelli, rettili, cavalli, cani, gatti, pesci… vermi.
E’ un tourbillion di emozioni inebrianti, perché ora si cerca di interpretare le immagini con l’occhio dell’adulto che pensa, ricorda e si emoziona, ora si è involontariamente proiettati nelle dimensioni infantili con lo stupore, le paure e le terrifiche incognite proprie di quelle età.
Gran bella esperienza vivere queste opere assaporandole accanto alla gradevole, illuminante e preziosa presenza dell’Autore.
Cultura, eleganza, arte, sapienza e grande signorilità hanno fatto da amalgama a questa esperienza sorprendente e straordinaria, aggettivi che inquadrano perfettamente il significato di MERAVIGLIA.
Grazie, Michele, con ammirazione,
Stefano Graziani
Un grande, un grandissimo del nostro tempo.