menopausa chirurgica

sinonimo dell’orribile termine castrazione, meglio però sterilizzazione. Avviene per asportazione chirurgica di entrambe le ovaie, intervento che può essere fatto in varie epoche della donna, maggiormente per il problema cancro dell’ovaio e dell’utero, asportando anche la parte superiore della vagina in “monoblocco”, ed ancora in casi selezionati di patologie benigne (istero-annessiectomia bilaterale).
L’approccio chirurgico prevede la classica operazione “open”, con la laparatomia, cioè l’apertura della cavità addominale con una incisione per lo più ombelico-pubica o trasversale sovra-pubica, incisione spesso eseguita per il taglio cesareo; altrimenti ci si può avvalere della video-assistenza con un intervento in laparoscopia: tre incisioni di pochi mm.. Il pezzo operatorio, inserito in un sacchetto di nylon protettivo, l’endobag, è condotto all’esterno, allargando di solito un precedente taglietto, oppure attraverso il moncone vaginale perdendo per qualche minuto lo pneumoperitoneo eseguito per creare la “camera di lavoro” con la CO2.

Per le patologie neoplastiche sono previsti tempi di asportazione dei linfonodi loco-regionali

pelvici (linfonodi otturatori, iliaci interni, esterni e comuni, alcuni di questi opzionali) più alla domanda, per casi valutati singolarmente, così come l’appendicectomia incidentale: se opportuna per situazione locale e generale della Paziente (età, comorbilità, consenso informato ed altro). Utile talora l’esame istologico estemporaneo (lettura immediata), organizzando prima la presenza del collega Anatomo-patologo, rara opportunità nelle urgenze “fuori orario” di lavoro.
Durante l’intervento laparoscopico talora può essere utile elevare nella cavità addominale l’utero con una spinta manuale  dell’aiuto attraverso la vagina o con idoneo strumento “sollevatore”.