giovedì , 5 Dicembre 2024

Cardiologia. L’esperienza del Dr. Luigi Leonzio: il cuore d’atleta.

Testut e Jacob, 1906 - il cuore

Le modificazioni cardiache fisiologiche, morfologiche ed ECgrafiche secondarie ad allenamenti sistematici e spesso intensi di sport di durata (endurance) dinamici, aerobici o isometrici (statici, in regime anaerobico, di potenza), prendono il nome di “cuore d’atleta”.
Gli adattamenti fisiologici comprendono l’aumento della gittata cardiaca e della differenza artero-venosa di ossigeno e del consumo massimo di O2, con riduzione della frequenza cardiaca.
Negli sport di resistenza si osserva un aumento sia dei volumi che della massa cardiaca, mentre negli sport di potenza si ha solo un’ipertrofia miocardica accompagnata ad un aumento delle masse muscolari.
Nei soggetti sedentari, in risposta ad un esercizio fisico, l’aumento della gittata cardiaca si verifica soprattutto grazie all’incremento della frequenza cardiaca, mentre in soggetti allenati, tale aumento avviene per incremento della gittata sistolica. La frequenza cardiaca, sia a riposo che per ogni livello di esercizio, si riduce progressivamente per aumento del tono vagale e per diminuzione del tono simpatico.
L’aumento del volume cardiaco e la riduzione della frequenza regrediscono quando l’allenamento viene interrotto.
Le modificazioni anatomiche comprendono: aumento della massa ventricolare sin., ingrandimento delle cavità atriali e ventricolari ed occasionalmente aumento di spessore della parete ventricolare in presenza di normale funzione sistolica e diastolica ventricolare. Questa forma di ipertrofia fisiologica viene considerata come un adattamento non patologico ad allenamento sistematico non associato ad eventi avversi cardiovascolari.
Le modifiche delle dimensioni cardiache sono correlate con l’area della superficie corporea, per cui sono meno pronunciate nelle donne.
Le alterazioni ECgrafiche comprendono variazioni dell’ampiezza del “QRS” che spesso simula un’ipertrofia ventricolare sin. ed alterazioni del tratto “ST-T” che spesso scompaiono con la tachicardia indotta dall’esercizio.
Le aritmie, tipicamente asintomatiche, comprendono la bradicardia sinusale, talora marcata e vari gradi di BAV (blocco atrio-ventricolare) di I° grado e di II° grado di Mobitz 1 che, presenti a riposo, spesso scompaiono con lo sforzo.
La pressione arteriosa differisce poco tra gli atleti allenati a sport di resistenza ed i soggetti normali. Frequentemente è presente un terzo tono dovuto al riempimento ventricolare rapido, meno comunemente si apprezza un quarto tono, inoltre spesso è presente un soffio sistolico sull’area aortica o polmonare, espressione del flusso turbolento attraverso tali valvole secondario ad > della gittata sistolica.
La radiografia (Rx) del torace ci permette una valutazione non invasiva delle dimensioni atriale e ventricolari e degli spessori, soprattutto ventricolari.
L’entità della bradicardia, l’aumento delle dimensioni cardiache e le alterazioni ECgrafiche non sono direttamente correlate con il livello di allenamento e con la funzione cardiovascolare.
La distinzione clinica tra le modificazioni fisiologiche presenti nel “cuore d’atleta” e quelle invece rilevabili nelle varie cardiopatie hanno implicazioni critiche per gli atleti allenati, poichè le malattie del cuore possono essere alla base della esclusione da sport competitivi al fine di ridurre il rischio di morte improvvisa. D’altra parte una diagnosi restrittiva può portare a squalifiche non necessarie, privando gli atleti dei benefici economici e psicologici.
Quindi gli adattamenti del “cuore d’atleta” possono mascherare una malattia cardiaca, molto spesso dovendo effettuare una diagnosi differenziale con la miocardiopatia ipertrofica o dilatativa. Per esempio, circa il 2% degli atleti molto allenati mostra spessori di parete compresi tra 13 e 15 mm., che definiscono una “zona grigia” in cui si sovrappongono l’espressione estrema del “cuore d’atleta” e forme medie di miocardiopatia ipertrofica.
La diagnosi spesso viene posta dopo un adeguato periodo di “de-training” o mediante la valutazione del riempimento diastolico mediante eco-doppler.
Negli ultimi anni si è verificato un enorme incremento della popolarità di molti sport. Ne è derivato un aumento del numero di soggetti che giungono all’osservazione del medico presentando gli effetti cardiovascolari dell’allenamento.
La conoscenza delle modificazioni cardiovascolari negli atleti è essenziale per evitare erronee diagnosi di cardiopatia.

Dr. Luigi Leonzio
Direttore U.O.C. Cardiologia e UTIC
Ospedale “Renzetti” Lanciano (Chieti).

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3 commenti

  1. Grazie di cuore, carissimo Luigi. La visibilità del tuo articolo è molto alta nel blog. Precisione, accuratezza e grande esperienza sono caratteristiche della tua generosa attività di Reparto, sia per quanto riguarda la Direzione della Cardiologia che di quella della UTIC.
    Con il tuo contributo fai chiarezza in un campo dove la fisiologia lambisce la patologia, chiarendo tutti gli aspetti specifici, sottolineando anche i rischi di tante attività “fai da te” potenzialmente dannose. Un abbracio e buon lavoro, daddy.

  2. -Sportivo di 58 anni con quattro sedute settimanali di running e un po’di pesi, qualche giorno fa mi è stato refertato all’ecg… ed all’ecocardiogramma….
    …posso stare tranqullo e continuare a praticare sport. Grazie “di cuore”

    • Carissimo Gianni, le indicazioni fornitemi sono un po’ “povere”. Ti ho mandato una mail. Aspetto un tuo riscontro, ed è per questo che mi sono permesso di non pubblicare in toto la tua richiesta. A presto, ddg

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