Questo metodo nasce ufficialmente in una palestra di New York nel 1926 ad opera di un iperattivo, gracilino ed intelligente “tuttofare” tedesco di origine greca, poi diventato un vero atleta, gran fisico e discreto boxeur, Joseph Hubertus Pilates (1880-1967), che lo chiamò appropriatamente “contrology”: controllo della mente facendo attività fisica, cioè la “ginnastica per mente e corpo“.
Questa attività fu ideata ai tempi della sua prigionia, durante la Grande Guerra, per allenare il proprio fisico e quello dei suoi compagni di prigionia.
In tale disciplina troviamo una base di yoga per il benessere mentale, il controllo dell’attività respiratoria e dello stress incentivando la flessibilità della colonna vertebrale; si associano esercizi di contrazione muscolare per lo più isometrica, stretching e ginnastica posturale in allungamento.
La coordinazione motoria, il controllo del proprio corpo, della postura e della respirazione ci rendono consapevoli della nostra posizione spaziale favorendo equilibrio, sicurezza ed ottimismo. Grande tonificazione muscolare per gli addominali ed i lombari: da qui la postura più stabile e corretta.
Questa specialità giunge in Italia nel 1995 come “sweet gym”, in contrapposizione alla già imperante “hard” ginnastica “pompa muscoli”.
Daddy consiglia di eseguire Pilates a stomaco completamente vuoto così come lo deve essere la vescica: impossibile eseguire alcuni esercizi se non si ha la pelvi libera, e guai a reflussi gastro-esofagei di cibo; fornitevi ancora di guanti da palestra per proteggere l’appoggio delle mani e scaricare un po’ le linee di forza che si concentrano spesso sui polsi: quelli delicati femminili e quelli maschili poco allenati possono subire carichi dolorosi e potenzialmente dannosi sulla linea articolare e sul temibile ossicino scafoide; niente anelli o peggio orecchini e braccialetti, bene i piedi nudi o con calzini, anche gommati, per evitare scivolamenti imbarazzanti o addirittura pericolosi.
Ancora: la prima lezione può essere drammatica e frustrante (così come la seconda, ma meno della terza) se non si ha già una buona flessibilità ed equilibrio: basta perseverare.
Osservare bene il trainer e guardarsi allo specchio. Due ultime cose: la “musica bella” aiuta e concentra così come gli ordini del trainer, precisi e ben udibili (microfono, talora utile).
Pilates con due performers e con elastici, novità di fine 2008 quest’ultima, tonificante più che stretching.
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