Questo argomento è trattato nelle lezioni per Scienze Infermieristiche e Corso OSS al link del modulo n. 8.
L’acqua è il maggior costituente del nostro corpo. In percentuale nei neonati è > l’80%, fino ad arrivare nella donna anziana magra < al 50% con grandi variazioni individuali sia per l’età che per la composizione corporea (tipo magro, normotipo, grasso).
Se volessimo definire l’ossigeno il primo alimento-elemento vitale, sicuramente l’acqua è al secondo posto, seguita dai costituenti della dieta: glicidi, protidi, lipidi, sali minerali, vitamine, oligoelementi ecc.
A grandi linee il fabbisogno giornaliero raccomandato varia da 30 a 45 cc./Kg peso corporeo, cioè oltre 2 litri per un normale adulto, ma le situazioni particolari sono molteplici.
La disidratazione è lo squilibrio in senso negativo fra apporto e perdita di acqua ovvero da sequestro di acqua in settori anatomici definiti. L’iperidratazione è lo scompenso opposto.
La disidratazione si associa a perdita di elettroliti, essenzialmente sodio, potassio, magnesio, cloro con varia prevalenza, talora accompagnata da proteine.
Cause di disidratazione da:
(1) – deficit di apporto idrico:
digiuno volontario, indotto, obbligato,
ipoidratazione da varie cause anatomo-patologiche del tratto oro-digestivo: congenite, infiammatorie, traumatiche, neoplastiche, funzionali ecc.
apporto idrico inadeguato nei soggetti dipendenti da altri (neonati, anziani non autosufficienti, pazienti psichiatrici, iatrogeno da errata terapia medica (disidratazione in Ospedale!), da deficit di stimolo alla sete in vari casi, soprattutto geriatrici (l’anziano si scorda di bere) e psichiatrici;
(2) – perdita eccessiva di acqua:
vomito da molteplici cause mediche, chirurgiche, tossiche, psichiatriche, farmacologiche, volontarie nei disordini del comportamento alimentare ecc.
diarrea infettiva, da malassorbimento, allergica, da malattie infiammatorie croniche intestinali, da assunzione volontaria errata o iatrogena di lassativi, per sindrome da intestino corto post-chirurgico,
sudorazione profusa spesso in relazione all’ambiente (esterno, in casa, di lavoro, lungo viaggio in aereo con aria condizionata inadeguata), all’attività (di lavoro, hobby, sport nelle performance di resistenza, tipo maratona o sport estremi protratti) o da farmaci,
polipnea neurogena, metabolica o psichiatrica,
poliuria iatrogena (da diuretici) accidentale, o volontaria per diete sbilanciate nei disturbi della alimentazione, nel diabete mellito scompensato e spesso all’esordio clinico della malattia, nei/nelle body-builders in occasione di gare come doping, nelle attività protratte ad altitudini > ai 2.500 metri con polipnea associata,
insufficienza surrenalica acuta o crisi addisoniana,
diabete insipido da disfunzione dell’ormone anti-diuretico dell’ipofisi posteriore o vasopressina,
vaste piaghe da decubito,
ileostomia e fistole entero-cutanee ad alta portata,
ustioni (con perdite di plasma);
(3) – da sequestro di acqua in settori anatomici (naturali o neoformati):
trasudati (acqua con elettroliti e scarse proteine) ed essudati (idem, ma con maggior quota proteica, spesso nelle infezioni) nella cavità addominale (ascite), nel cavo pleurico (versamento pleurico importante mono- o bi-laterale),
traumi: contusioni, schiacciamenti e compressioni comprendendo la crushing syndrome in cavità patologiche quali esito delll’insulto traumatico con perdita associata di plasma, emoglobina, proteine,
insufficienza cardiaca congestizia (edemi declivi ed ascite) e comunque nello
shock cardiogeno, neurogeno, ipovolemico non squisitamente emorragico,
occlusione intestinale meccanica (da interruzione anatomica del transito delle feci), vastissimo capitolo della patologia chirurgica,
occlusione intestinale funzionale o adinamica, da deficit della funzione peristaltica da farmaci (iatrogena), istamina, tossici, veleni, fino all’anafilassi, sindrome di Ogilvie (pseudo-ostruzione acuta del colon), trombosi venulo-capillare del distretto mesenterico superiore o del tronco della vena stessa,
riflessa da traumi midollari lombari da stupor o fratture (frequente causa di consulenza chirurgica nei reparti di Ortopedia).
La clinica, molto in generale, si deve valere come sempre dell’anamnesi, dell’età del Paziente e delle condizioni ambientali; spesso il buon senso e l’esperienza, non necessariamente del medico o dell’infermiere, sono in grado di evidenziare le problematiche alla base dei casi più semplici. Comunque abbiamo: cute grinzosa e lingua asciutta, tachicardia, ipotensione, letargismo o irrequietezza o indifferenza, ipotermia o ipertermia.
Talora invece la diagnosi può essere estremamente complessa, richiedendo acume clinico, apporto della tecnologia per immagini ed esami di laboratorio. Da qui la terapia causale (motivo della disidratazione) per lo più mediche, ma anche chirurgiche, come già visto, e sintomatiche di riequilibrio.
Spesso fondamentale il dato della pressione venosa centrale affidabile se è buona la funzionalità contrattile del cuore.
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