Ci troviamo in un campo della patologia medica del fitness: è la fase conclusiva di un percorso errato, anti-fisiologico, che parte dall’affaticamento per poi arrivare al massimo di una stanchezza cronica importante.
Il percorso anomalo prevede la possibilità di molte variabili, più o meno perseguite:
volontario o indotto programma di fitness esasperato, qualche volta voluto però anche da personaggi senza scrupoli, ovvero misconosciuto, come accade talora nei Paesi dell’Est nei piccoli atleti, e non solo, con allenamenti esagerati non idonei alla propria costituzione, ripetitivi e monotoni, a rischio di traumi anche severi; gli sforzi superano le capacità e le riserve di un buon adattamento cardio-respiratorio e soprattutto energetico, “cannibalizzano” le proteine
muscolari con arresto della produzione di massa magra, allenamento infruttuoso, eventuale calo ponderale, raro e pericoloso dal punto di vista fisico e psichico; ed ancora non valutazione della situazione di salute del momento, magari effettuando alimentazione inadeguata, iperproteica (quindi sbilanciata), forse con l’aggiunta di integratori inappropriati, farmaci-doping.
Si creano problemi psicologici relazionali, familiari, sociali, lavorativi e si trascura di effettuare esami di laboratorio opportuni, tipo l’emocromo, con anemia o poliglobulia, possibile < di alcuni tipi di globuli bianchi, a funzione immunitaria protettiva, grave consumo di glutammina, sempre a funzione immuno-stimolante, sali minerali tipo potassio, calcio e magnesio, ed ancora ormoni sessuali maschili e femminili, catecolammine, cortisolo e rapporto testosterone/cortisolo alterato, ormoni tiroidei (TSH, tri-iodotironia e tirosina), esami renali (urea, creatinina ed uricemia) ed epatici (transaminasi GO e GP ed ammoniemia) per una dieta che predilige le proteine, iperproteica (link in alto), CPK per il danno del muscolo scheletrico, ed altri specifici, ma come problemi di sterilità femminile e maschile.
Qui l’individuo rifiuta di ascoltare il proprio corpo, di riconoscere lo stato di stanchezza come amico reale, e non come subdolo ostacolo, spesso rifiutando l’idea di essere il consapevole artefice della situazione.
Il superamento della soglia della frequenza cardiaca massima, che è valutabile come il numero che si ottiene sottraendo la propria età a 220, comporta non più un allenamento cardiaco, ma un affaticamento con comparsa, dopo mesi di comportamento inidoneo, di una situazione chiamata cuore d’atleta che ricordo essere una patologia da seguire accuratamente.
Accanto a ciò, il deficit dei poteri immunitari, la fagocitosi e la produzione di anticorpi (immunoglobuline).
“Perché ho bisogno di farmi del male”?. E’ un conflitto psicologico grave, da anomala percezione del proprio corpo, del sè e delle proprie prestazioni che merita l’intervento di Specialisti.
Per favore, se la consapevolezza arriva nel modo giusto, se ne discuta con il MMG, con il trainer, con un amico tecnico, ricordando che la situazione si può risolvere ovviamente, ristabilendo il fisiologico equilibrio delle 3 variabili di base: fitness, alimentazione, riposo.
Io nella mia esperienza ho conosciuto lontano da qui, alcuni casi di sovrallenamento, tre nel mondo del body building: la ripresa è difficoltosa e ricca di insidie e complicanze!
La regola di daddy, e non solo mia, ovviamente:
alleniamoci bene per stare bene,
mangiamo sano, variato e nei tempi giusti, e
rispettiamo i tempi di recupero del nostro organismo,
obbedendo ai sani richiami di necessità ed opportunità che ci arrivano dal cervello.
Ma il fitness può diventare un business perverso, e la cronaca purtroppo ci dà ragione.
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