secondo la formula di Cooper, 220 – età in anni all’80%.
Esempio per un individuo di 40 anni: 220 – 40 = 180, all’80% = 144 bpm. Con questa frequenza massima di allenamento il vostro cuore vi ringrazia. Una frequenza più elevata, per periodi lunghi e ripetuti porta, come per tutti gli atleti di endurance, alla condizione nota come “cuore d’atleta”, cioè dell’ipertrofia del muscolo cardiaco da sport che ne comporta l’> del volume e della propria massa (cardiomegalia) ma anche in verità della vascolarizzazione coronarica con performance idonea al training specifico eseguito.
Amo insistere in palestra nel consigliare attività aerobiche nell’ambito della frequenza cardiaca idonea, ma se qualcuno vuole emulare Filippide nella sua maratona del 490 a.C., cerco di spiegargli sia la necessità di consigli e diete superiori alle finalità dell’ambiente di una palestra che il danno che sta portando al proprio cuore: frequenze cardiache elevate, sono non allenanti, ma affaticanti, tale da non consentire una buona vascolarizzazione e quindi ossigenazione del miocardio, con i rischi associati, cosa che noi non vogliamo!
Una piccola nota di fisiologia: il cuore è l’unico organo che è irrorato dal sangue in diastole, ovviamente perchè le resistenze offerte durante la sua vigorosa contrazione muscolare (sistole) non consentirebbero l’ingresso del sangue.