giovedì , 21 Novembre 2024

caffè – caffeina

neuro-stimolatore centrale con effetto favorente la concentrazione e l’attenzione, migliora anche l’attività polmonare; favorisce l’attivazione dei moto-neuroni e la contrazione muscolare, < della produzione di acido lattico e della percezione della fatica; per effetto

Testut e Jacob, 1906 - il cuore

adrenalinico > la temperatura corporea, la F.C., un po’ la pressione arteriosa e la contrazione anche del muscolo-cuore, delle lipasi (produzione energetica dalla scissione dei lipidi), stimola la diuresi e quindi in eccesso, la disidratazione, per inibizione della vasopressina, ormone anti-diuretico; di converso, per l’esaltata attività metabolica si producono radicali liberi con il loro risvolto negativo. Ma accanto a ciò, si conoscono oltre 40 tipi di acidi clorogenici ad intensa attività anti-ossidante, identificati prima del processo della torrefazione che in parte li degrada.
Normalmente si consiglia di non superare i 350 mg. giornalieri, pari a 3-5 tazzine, ma dipende dalla tipologia di preparazione del prodotto: il caffè “lungo” americano è sicuramente più ricco di caffeina.
Nei consumatori abituali, gli effetti di questo comunissimo alcaloide sono molto più lievi. Vedi nei RISCHI, gli effetti doping della caffeina.

daddy 1967: decoro marmo palazzo

La caffeina la troviamo nel caffè, thè, cacao, bibite alla cola, energy drinks, guaranà (più del doppio del caffè), ma anche in prodotti farmaceutici per il raffreddore, la cefalea, la febbre ed i dolori. Questo alcaloide, sostanza naturale azotata ad effetto potenziale farmacologico o tossico, sembra ostacolare gli effetti ergogenici creatina-indotti, si oppone alla scomposizione del G.n. in favore di quella degli acidi grassi per la produzione di E. Possiede un effetto sinergico con il thè verde per l’effetto stimolante sul metabolismo.
Secondo il Laboratorio di Epidemiologia del Mario Negri, il caffè potrebbe avere un effetto protettivo sull’insulto epatico dell’aflatossina B1, micotossina cancerogena ed ancora rallentando il metabolismo degli ormoni estrogeni, nel cancro dell’endometrio.

Allarme: ritarda lo sviluppo del feto, anche in basse quantità. Mai quindi in gravidanza.

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